24 Novembre 2024
Con la conversione in Legge del Decreto Sostegni bis, avvenuta lo scorso 23 luglio, finalmente sono entrati in vigore tutte le agevolazioni e i bonus, alcuni riconfermati altri voluti dal Governo Draghi, introdotti allo scopo di fronteggiare la crisi economica causata dall’emergenza epidemiologica da Covid-19.

Tra questi, un valido sostegno è offerto alle giovani coppie in procinto di acquistare la prima abitazione: il bonus prima casa rivolto agli under 36 desiderosi di contrarre un mutuo.

Si tratta, di una serie di agevolazioni fiscali che vanno ad alleggerire il peso delle imposte da versare all’atto di acquisto della nuova abitazione e di una incisiva garanzia dello Stato sul mutuo prima casa.

Insomma, un vero e proprio aiuto a supporto delle giovani coppie che frequentemente rinunciano ad acquistare una casa a causa degli alti costi da supportare in tutta la fase di acquisto e fino al termine della procedura.

Ma il bonus in questione non è l’unica misura che si presta ad aiutare economicamente chi vuole contrarre un mutuo prima casa. Tanti sono i sussidi che vanno ad arricchire la lista delle agevolazioni pensate per chi decide di comprare un immobile, in questo caso senza limitazioni anagrafiche che ne precludono l’accesso la a determinati cittadini.

Ancora una volta, si tratta di provvedimenti volti ad assicurare un allentamento della pressione fiscale, oltre alla possibilità di scaricare parte delle spese del mutuo dalle tasse.

Ma non è tutto. Il Decreto Sostegni bis introduce importanti novità anche a favore di coloro che hanno già stipulato un contratto di mutuo prima casa, ma che per questioni legate alla propria condizione finanziaria incontrano delle difficoltà nel pagamento delle rate.

La cabina di regia del Governo Draghi ha, difatti, stabilito un nuovo rifinanziamento del Fondo di garanzia mutui prima casa Consap. A chi versa in tali situazioni verrà data la possibilità di richiedere una sospensione del pagamento delle rate legate al mutuo.

Nel corso dei paragrafi forniremo una descrizione approfondita del bonus prima casa rivolto ai giovani, in cosa consiste, come funziona e quali requisiti e condizioni è necessario rispettare per poter essere ammessi alla misura.

Successivamente, ci occuperemo delle altre agevolazioni sull’acquisto di una prima casa attualmente in vigore in Italia.

Bonus prima casa: zero tasse da pagare per gli under 36
Le disposizione disciplinanti il bonus prima casa giovani sono contenute nel Decreto Sostegni bis recentemente entrato in vigore. Più nei dettagli, è l’articolo 28 del provvedimento stesso ad illustrare quali sono i requisiti da possedere per poter beneficiare delle agevolazioni riguardanti l’acquisto di un immobile con mutuo.



Innanzitutto, il bonus prima casa spetta ai giovani di età inferiore ai 36 anni. Per quando concerne la tipologia di immobile su cui trova applicazione il bonus è indispensabili che sia una “prima casa”.

Nel paragrafo a seguire forniremo una descrizione delle caratteristiche che fanno di un immobile una “prima casa”. Per il momento, esaminiamo quali sono i vantaggi offerti dal bonus agli under 36 in procinto di stipulare un contratto di mutuo.

Come primo vantaggio si segnala il totale azzeramento delle imposte catastali, ipotecarie e di registro. Qualora l’immobile venisse acquistato da un soggetto tenuto all’applicazione dell’Iva anche quest’ultima sarà azzerata.

In altre parole, i giovani under 36 potranno contrarre un mutuo prima casa senza sostenere gran parte delle imposte che tradizionalmente gravano sull’acquisto.

Bonus prima casa: per quali immobili?
Come in precedenza anticipato, per poter beneficiare del bonus prima casa rivolto agli under 36 è necessario acquistare immobili esclusivamente a carattere di “prima casa”.

Ma quali sono i requisiti tecnici che fanno di un immobile normalissimo una prima abitazione? Analizziamoli nel dettaglio.

Come prima cosa, il bonus prima casa e qualsiasi altra agevolazione ad esso collegata, trova applicazione soltanto per gli immobili appartenenti alla categoria catastale A, fatta eccezione delle residenze di lusso, ossia quelli edifici rientranti nelle sottocategorie A/8, A/9, A1.

Al contrario, troverà applicazione per le pertinenze dell’abitazione principale purché appartenenti alle categorie C/2, C/6 e C7.

In secondo luogo, è indispensabile che la prima casa acquistata o da acquistare sia collocata nel luogo dove il proprietario svolge la propria attività lavorativa o, in alternativa, studia o esercita altre attività a queste assimilabili.

Diversamente, si potrà avere accesso al bonus prima casa solo se entro un periodo dall’acquisto (18 mesi) trasferisce la propria residenza nella nuova abitazione.

Oltre ai vantaggi ci sono, però, dei limiti. Si potrà disporre la vendita dell’immobile acquistato usufruendo del bonus prima casa under 36 non prima dei cinque anni a decorrere dalla data di acquisto, solo se si ha intenzione di acquistare un nuova casa.

Mutuo prima casa: ci pensa lo Stato a garantire l’80%
L’altra novità che fa gioire le giovani coppie pronte a convolare a nozze e a contrarre un mutuo prima casa riguarda la possibilità offerta dal Governo di usufruire di un finanziamento statale per la copertura dell’80% del costo di acquisto dell’abitazione che si intende comprare, alla condizione che il prezzo dell’immobile non ecceda i 250.000 euro.

Tale decisione è stata presa a seguito del rifinanziamento del Fondo per i muti prima casa gestito dalla Consap. Naturalmente l’accesso all’agevolazione in questione è permesso solo se vengono rispettati alcuni requisiti.

È indispensabile che l’abitazione da acquistare sia una “prima casa”, serve poi avere un’età anagrafica inferiore ai 36 anni, oltre ad un reddito ISEE in corso di validità non superiore alla soglia dei 40.000 euro.

Tanto basta ad ottenere la garanzia statale dell’80% sul prezzo di listino dell’abitazione. In verità, le premesse iniziali erano diverse. L’idea era di offrire ai giovani under 36 un incentivo che coprisse l’intero costo d’acquisto (100%).



Alla fine, i conti in rosso ed il deficit pubblico nazionale hanno influenzato le attese. Offrire una misura così generosa, allo stato attuale, sarebbe stato pericoloso per le casse erariali private totalmente dell’anticipo.

Mutuo prima casa: quali documenti sono necessari?
In tutti i casi in cui si decide di accendere un mutuo, la banca richiede una serie di documenti per comprovare l’effettiva fattibilità dell’operazione.

A prescindere dal bonus prima casa, chiunque decida di acquistare un immobile e di pagarne il costo in comode rate è tenuto ad inoltrare alla propria banca tutti i documenti dai quali sia possibile desumere la situazione reddituale e patrimoniale del richiedente.

Oltre ai classici documenti personali (documento d’identità e codice fiscale), vanno trasmessi anche gli atti di matrimonio e, qualora se ne presentasse l’occasione, i documenti connessi a provvedimenti di separazione o divorzio.

Poi serviranno i documenti che consentono alla banca di avere un quadro della situazione economica del richiedente interessato alla stipula del contratto di mutuo prima casa.

In tal senso, a seconda del suo status lavorativo, vanno presentati differenti documenti. Se il soggetto è un lavoratore dipendente, alla banca vanno consegnate le ultime due buste paga, oltre al più recente modello 730.

Se, invece, si tratta di un lavoratore autonomo occorre presentare il modello F24 ed il modello Redditi PF.

Passiamo alla documentazione riferita all’immobile.
La banca, all’accensione di un mutuo, richiede la planimetria catastale dell’abitazione, in alcuni casi la proposta d’acquisto o il preliminare, e se l’acquisto riguarda un immobile ancora in costruzione anche la concessione edilizia.

Mutuo prima casa: arriva la sospensione per chi è in difficoltà
Il bonus prima casa e la garanzia statale dell’80% sono solo alcuni degli aiuti economici introdotti dal Decreto Sostegni bis per chi intende acquistare una prima casa, come sottolineato in apertura dell’articolo.

Il provvedimento ha un occhio di riguardo anche verso chi ha già stipulato un contratto di mutuo ma incontra grosse difficoltà nel pagamento delle rate mensili.



Per questo motivo, si è deciso di rifinanziare il Fondo di solidarietà della Consap, diversamente conosciuto con il nome di “Fondo Gasparrini”, tramite il quale, sempre nel rispetto di specifici requisiti, si potrà beneficiare di una sospensione delle rate di mutuo 2021.

Più nei dettagli, la sospensione potrà essere richiesta da coloro che hanno contratto un mutuo non eccedente la somma dei 400.000 euro, si trovano senza lavoro a seguito di un licenziamento o hanno subito una riduzione o sospensione della prestazione lavorativa di almeno 30 giornate.

E ancora, i titolari di Partita Iva che vantano perdite di fatturato oltre il 33% e gli invalidi per almeno l’80% e quanti hanno usufruito di precedenti misure di sospensione del pagamento delle rate, alla condizione che abbiano provveduto a versare almeno 3 mensilità di rate.

Mutuo prima casa 2021: per la sospensione problemi di tempistica Chi volesse usufruire della sospensione dei pagamenti del mutuo prima casa deve, però, farne richiesta poiché l’agevolazione non viene applicata in modo automatico.

Innanzitutto, occorre scaricare o ritirare presso la banca il modulo predisposto per godere della sospensione. Una volta compilato in tutti i campi, il documento va consegnato alla banca presso la quale si decide di accendere il mutuo.

Quest’ultima lo trasmetterà alla Consap nel giro di 5 giorni. Poi, spetterà all’organo decidere se concedere o meno la sospensione. La scelta verrà notificata alla banca che provvederà a darne notizia al richiedente.

Se la richiesta viene accolta, bisognerà attendere un mese per l’entrata in vigore della sospensione. A conti fatti, tra le tempistiche di consegna dei documenti e l’attivazione della sospensione, occorrerà attendere all’incirca due mesi.

Va precisato che la sospensione riguarda esclusivamente le rate ma non gli interessi maturati nel tempo, per i quali si può richiedere comunque il rimborso del 50%.


Fonte: Trend online

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